giovedì 7 febbraio 2013

DAGLI ABORIGENI AUSTRALIANI


Gli spiriti delle nuvole australiani: i Wandjina

Un insolito passato
Con il termine Aborigeni Australiani, si identifica l'insieme delle popolazioni (tribù) autoctone dell’Australia, ovvero i discendenti di coloro che, circa 60.000 anni fa giunsero in quel continente, anche se questa data è ancora molto discussa tra gli archeologi. Quello che più ci interessa ai fini di questo articolo, nonostante la loro storia sia un argomento non privo di importanti episodi, è il complesso di credenze, miti e raffigurazioni che riguardano un antico passato, un periodo nel quale si affaccia prepotente l’idea di una interazione con esseri provenienti dalle stelle. Quest’ultimo termine, diventato quasi un luogo comune quando ci si interessa di culture che riportano avvenimenti vicini all’ipotesi extraterrestre, è in questo caso perfettamente aderente alle tradizioni di coloro che vengono spesso indicati come i primi abitanti del pianeta terra.
Per quanto possa sembrare impossibile, vi sono cose in Australia che non trovano una possibile spiegazione, cose che rendono questa terra, o comunque gran parte di essa, un mondo a parte, che è possibile osservare e recepire soltanto se ci si pone in uno stato introspettivo, liberandosi dai preconcetti.

Sognando il cielo: il cosmo secondo gli aborigeni australiani
Le tribù aborigene erano estremamente affascinate dal cosmo, dalla misurazione del tempo e dai fenomeni astronomici. Grandi osservatori, grazie alle loro conoscenze rigorosamente tramandate oralmente da generazione in generazione, misero a punto un complesso calendario stagionale.
Diversamente dai primi viaggiatori Europei, gli Aborigeni Australiani non si orientavano con le stelle, anche se certamente le conoscenze astronomiche furono usate per pronosticare correlazioni con gli eventi naturali importanti per la sopravvivenza del gruppo (come la reperibilità di un particolare cibo o il cambiamento delle condizioni del tempo). Come molte culture primitive, gli Aborigeni vedevano nel sorgere eliaco di una stella brillante o di una costellazione, una indicazione di eventi stagionali. L'apparizione di Arturo all'alba suggerisce agli Aborigeni di Arnhem Land di iniziare la raccolta del giunco per la costruzione delle trappole per i pesci e per i cesti. Nella regione di Mallee nel West Victoria, il sorgere eliaco di Arturo era identificato con l'arrivo di Marpeankurrk, un eroe ancestrale che mostrava loro dove trovare le pupe delle termiti, una importante fonte di cibo durante agosto e settembre.
Molto importante per la sopravvivenza delle tribù era il senso di identità. Questo era basato sulla trasmissione delle credenze attraverso le generazioni per mezzo di danze e canti rituali. Queste rappresentazioni tramandavano come lo Spirito Ancestrale creò il mondo naturale in un lontano passato. Le leggende associate sono essenzialmente metafore che integrano le cose sconosciute in relazione con le cose familiari. Le seguenti storie rappresentano un piccolo esempio dei diversi miti aborigeni associati in questa misteriosa arena Cielo-Terra. Essi esemplificano l'intima relazione di questi popoli con la natura.

Il Sole e la Luna
Il Sole è una sfera luminosa di idrogeno ed elio, del diametro di 1,4 milioni di chilometri e con una massa pari a 745 volte quella di tutti i pianeti del Sistema Solare messi assieme. Anche se sembra una cosa enorme, è in fondo una stella modesta a metà della sua vita, che terminerà tra 5 miliardi di anni, andando a formare una struttura denominata “nebulosa planetaria”. Nel Nucleo dove hanno luogo le reazioni nucleari che producono energia, si calcola che la temperatura sia di circa 15 milioni di gradi; ma ciò che noi vediamo è la Fotosfera, la quale è costituita da gas ribollenti alla temperatura di 5.500 °C.
Tra gli Aborigeni il Sole era visto come una donna che si svegliava ogni giorno nel suo accampamento a est, accendeva un fuoco, e preparava la torcia di corteccia che avrebbe portato attraverso il cielo. Prima di esporsi, lei amava decorarsi con ocra rossa, la quale, essendo una polvere molto fine, veniva dispersa anche sulle nuvole intorno, colorandole di rosso, (l'alba). Una volta raggiunto l'ovest, rinnovava il trucco, colorando ancora di giallo e rosso le nuvole nel cielo (il tramonto). Poi la Donna-Sole cominciava un lungo viaggio sotterraneo per raggiungere nuovamente il suo campo nell'est. Durante questo viaggio sotterraneo il calore della torcia induceva le piante a crescere.
La Luna, al contrario, era considerato un uomo. A causa dell'associazione del ciclo lunare con il ciclo mestruale femminile, la Luna fu collegata con la fertilità e fu considerata come un simbolo altamente magico. Una eclisse di Sole era interpretata come l'unione tra la Luna-Uomo e il Sole-Donna.

Venere
Venere sembrava il gemello del nostro pianeta per le dimensioni, la densità e la poco diversa distanza dal Sole. Invece è un pianeta “caldo”, avvolto da un'atmosfera formata da anidride carbonica, la cui pressione è 90 volte superiore a quella della Terra e la cui temperatura può giungere a 480 °C. La sua superficie è spesso battuta da “acquazzoni” di acido solforico.
Venere, come stella del mattino, conosciuta dagli aborigeni come Barnumbir, era un importante segno per un popolo che si levava all'alba per accingersi alla caccia. Secondo la tradizione della Arnhem Land, Barnumbir aveva paura di annegare, così fu legata con un lungo laccio tenuto da due vecchie donne. La corda le impediva di salire troppo alta nel cielo e di annegare nel fiume della Via Lattea. All'alba le donne più vecchie la portavano in salvo in un cesto intrecciato.
Barnumbir è anche identificata con Bralgu, L'isola della morte dove, quando una persona muore, il suo spirito è condotto. Da qui la cerimonia della stella del mattino è una importante parte dei rituali funerari, dove Barnumbir è rappresentata da un totem, un tronco con un mazzetto di piume bianche e lunghe corde terminanti in più piccoli mazzetti di piume a suggerire i raggi di luce.

La Via Lattea
Il nostro Sole e tutte le stelle visibili nel cielo notturno fanno parte di una vasta aggregazione di stelle chiamata Galassia, o Via Lattea, nome derivato dalla leggenda di Era. È una galassia a spirale, con bracci, il cui diametro è di circa 100.000 anni luce (a.l.); noi ci troviamo in uno dei bracci di spirale, a 30.000 anni luce dal centro della Galassia. Vista dalla Terra appare come una debole banda luminosa che attraversa le notti limpide e buie.
La Via Lattea Rappresenta un fiume nel Mondo del Cielo, con tanto di pesci (le stelle brillanti) e di ninfee (le stelle più deboli). Essa è al centro di molte leggende regionali. Nella regione di Yirrkala, la Via Lattea era associata a due fratelli annegati mentre affrontavano il fiume in canoa. I loro corpi galleggianti appaiono come due macchie scure nella Via Lattea, a livello delle costellazioni del Serpente e del Sagittario; una linea di quattro stelle vicino ad Antares rappresentano la loro canoa.
Nel Queensland, la Via Lattea era associata con Priepriggie, un Orfeo degli antipodi, noto come cantante, ballerino e cacciatore. Un giorno, nel primo mattino, Priepriggie trovò un albero pieno di volpi volanti, scagliò la lancia trafiggendo il capobranco. Infuriate, le altre volpi volanti cacciarono Priepriggie in cielo. Sperando di richiamarlo indietro, il suo popolo cercò di cantare le sue canzoni ma sbagliavano sempre il ritmo. Poi sentirono una canzone provenire dal cielo, era Priepriggie che cantava e man mano che il ritmo diventava più forte e chiaro, le stelle cominciarono a danzare ordinandosi in una larga banda attraverso il cielo. Così la Via Lattea ricorda al popolo che il loro eroe deve essere celebrato con canti e danze tradizionali, in modo che l'ordine continui a prevalere.
Nell'Australia centrale la Via Lattea fu considerata dalle tribù vicine Aranda e Luritja come un genere di arbitrato celeste. Essa, in maniera molto ampia, marca la divisione tra la parte di cielo degli Aranda, a est, e il campo di cielo dei Luritja, a ovest, e, oltre a questo, essa contiene gli spiriti dei defunti di entrambe le tribù. Le stelle e le costellazioni all'interno della Via Lattea sono classificate conformemente a complesse regole di matrimonio e classi di parentela e rinforza l'universale importanza di esse.

La Croce del Sud
È una piccola costellazione del cielo, ma anche una delle più celebri a appariscenti. Essa era visibile anticamente dall'area mediterranea, sicché le sue stelle erano note agli astronomi greci; in seguito, la precessione degli equinozi l'ha resa invisibile da tali latitudini.
La Croce del Sud e i suoi due indicatori, a e b Centauri, sono al centro di diverse leggende regionali.
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a e b Centauri e la costellazione della Croce del Sud. Dipinto rupestre (Mountford Collection, State Library of South Australia)
Nella regione intorno a Caledon Bay, la Croce rappresenta una razza inseguita da uno squalo (i puntatori).
In un'altra regione le quattro brillanti stelle della Croce rappresentano due fratelli Wanamoumitja e i loro rispettivi fuochi da campo, mentre cucinano un grande pesce nero (la nebulosa Sacco di Carbone); i puntatori sono due amici Meirindilja venuti a condividere il pesce.
Un'altra leggenda relativa alla Croce del Sud riguarda la santità della vita degli animali e l'avvento della morte nel mondo. Il Grande Spirito, Baiame, creò due uomini e una donna. Egli insegnò loro di quali piante cibarsi ma gli vietò di uccidere gli animali. In seguito ad una siccità tutte le piante morirono e la donna sollecitava gli uomini ad uccidere gli animali per utilizzarli come cibo.
Uno degli uomini uccise un canguro ma l'altro si rifiutò di mangiare la creatura che Baiame aveva vietato loro di uccidere. Solo, nel deserto, quest'uomo cadde esausto ai piedi di un albero della gomma. Ma Yowi, lo spirito della morte, lo attirò all'interno dell'albero, disturbando due cacatua bianchi che stavano covando. In seguito l'intero albero si levò in cielo. Le quattro stelle brillanti sono gli occhi dell'uomo e di Yowi, mentre i due indicatori sono i cacatua che cercano di tornare al loro nido.

Orione e le Pleiadi
Infine, uno dei più diffusi cicli di miti concerne Orione e le Pleiadi.
Orione è senza dubbio la costellazione più brillante del cielo, piena di oggetti interessanti. L'imponenza di questa costellazione deriva in gran parte dal fatto che si trova in un'area di formazione stellare, in un vicino braccio della Galassia, con al centro la famosa Nebulosa di Orione (M 42), che rappresenta la spada pendente dalla sua cintura. Quest'ultima è formata da tre stelle brillanti allineate. Le sue stelle più brillanti sono Betelgeuse, supergigante rossa distante 310 a.l., e Rigel, supergigante bianco-azzurra distante 910 a.l.
Le Pleiadi sono l'ammasso stellare più brillante e famoso di tutto il cielo. Si trovano nel Toro e, ad occhio nudo, si possono vedere circa sette stelle, mentre con un binocolo, diverse decine. Dell'ammasso, che dista 450 a.l., fanno parte circa 250 stelle, immerse in una debole luminosità, residuo della nube da cui si sono formate, visibile solo nelle fotografie a lunga esposizione.
Nella mitologia greca, le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante. Inseguite da Orione, esse furono mutate in colombe per poi volare in cielo, formando l'ammasso che porta il loro nome. La “sorella” meno visibile è Merope la quale, avendo sposato un mortale, si nasconde dalla vergogna.
Le leggende aborigene sono sorprendentemente simili. La maggior parte identifica le Pleiadi con un gruppo di giovani donne che fuggivano dagli indesiderati approcci di un cacciatore, il quale, in alcune versioni, fu evirato come punizione e avvertimento.
Tra i popoli che vivono nel Pitjantjatjara, nel Western Desert, il sorgere delle Pleiadi all'alba in autunno significa che l'annuale stagione degli amori tra i dingo è cominciata. Cerimonie di fertilità sono rappresentate qualche settimana più tardi, per le quali alcuni giovani cuccioli sono selezionati per la festa. In accordo con la leggenda, le Kungkarungkara, le donne ancestrali, allevarono una muta di dingo per proteggersi da un uomo chiamato Njiru (Orione). Egli, malgrado i dingo, riuscì a rapire una delle ragazze (la Pleiade oscura) che morì, pur continuando a seguire le altre. Alla fine le sette donne assunsero la loro forma totemica di uccelli e volarono in cielo, ma, sfidando i loro dingo, Njiru le seguì anche attraverso il cielo.
Senza nessuno strumento tecnologico per controllare il loro ambiente, gli Aborigeni Australiani dipendevano completamente dal mondo naturale per sopravvivere. Non è sorprendente che il loro interesse per le stelle non era assorbito da eventi straordinari come supernovae o comete, ma dall'aspetto normale.

I Wandjina: gli spiriti delle nuvole
Come abbiamo potuto osservare, le leggende aborigene hanno umanizzato i fenomeni cosmologici associandoli con i comportamenti e le motivazioni del gruppo tribale.
Il sistema di credenze degli Aborigeni assolveva a tre importanti funzioni sociali:
- Produceva un livello di confidenza e prevedibilità circa il loro posto nell'universo, non come esseri superiori ma come compagni di tutto;
- Coltivava il rispetto sia per le cose inanimate che per le animate, siccome tutto condivide la stessa struttura spirituale, seguendo la tradizione del Mondo del Sogno;
- Inoltre esso provvede un supporto per i costumi tribali, riti e alla moralità come queste sono riflesse e decretate nel Mondo del Cielo.
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La differenza più radicale tra le credenze che sono alla base di questi miti e le basi materialistiche della scienza occidentale concerne nella relazione tra l'osservatore e gli eventi naturali. All'interno della struttura della scienza Newtoniana l'osservatore è considerato indipendente dagli eventi, i quali sono, si suppone, inalterati dal processo di osservazione. Gli Aborigeni, invece, vedono sé stessi come parte integrale nel processo naturale, sia essi terrestre o celestiale. Essendo una delle pochissime culture che non ha un mito equivalente all'espulsione dall'Eden, questi popoli credono che, attraverso il loro Grande Antenato, essi sono cocreatori del mondo naturale e non ne sono mai stati alienati. Da ciò ci sono necessari parallelismi tra gli eventi del cielo con quelli della Terra, e con ciò che si sviluppa nella cultura umana.
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Chi capitasse dalle parti di Bigge Island, nell’Australia occidentale, potrebbe imbattersi in strane creature come queste. Occhi grandi, naso adunco, un’aura misteriosa attorno alla testa e, soprattutto, niente bocca: è questo l’aspetto delle divinità primitive – i “Wandjina” – che un bel giorno, seguendo il “sogno” di creazione, plasmarono il mondo e tutti gli esseri viventi. Almeno così credevano gli aborigeni australiani che le dipinsero sulle pareti di alcune grotte della zona. 
Non è ancora del tutto chiaro a quale periodo risalgano queste pitture, ma molti dei rilievi archeologici effettuati finora fanno pensare a un periodo compreso tra i 50 mila e i 40 mila anni fa.
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I Wandjina, che tradotto letteralmente significa “il Tutto”, vissero in un tempo chiamato “dei genitori” durante il quale queste "entità" non avevano una forma ben definita, pur essendo comunque di enormi proporzioni. Il loro principale compito fu quello di insegnare "le leggi, i precetti e le regole di comportamento", all'uomo, oltre ad introdurre i rituali e le pratiche cerimoniali ancora oggi in uso presso le varie tribù.
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Importante osservare come le tribù indigene riconoscano in queste raffigurazioni le loro divinità “Gli Spiriti nelle Nuvole”, spesso raffigurati in sequenza di figure umane stilizzate insieme a rappresentazioni nuvolose. Questa dualità di forme antropomorfe è molto diffusa nelle culture primitive, è possibile osservarla, per esempio, nei racconti biblici narrati nel Libro dell’Esodo.

Djamar e Tjurunga
Alcune tribù Aborigene, ad esempio, raccontano di Djamar; un essere venuto dalle nuvole e disceso sulle loro terre sopra Tjurunga, "la tonante" un oggetto luminescente e molto rumoroso.
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Rappresentazione artistica in chiave moderna di Djamar
Ancora oggi, si racconta che la presenza di Djamar sia preceduta da un forte vento, generato secondo queste popolazioni proprio dal suo mezzo di trasporto. A riprova della veridicità del loro racconto, gli Aborigeni mostrano le colline circostanti sulle quali non cresce più alcuna pianta, danni permanenti (secondo loro) provocati dall’atterraggio di Djamar.
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Il veivolo di Djamar si chiamava “Tjurunga”, tradizionalmente nelle rappresentazioni lignee sacre, viene descritto come un lungo e lucente oggetto sigariforme.

Droghe, rapimenti, morte e ressurrezione
Altra tradizione “sospetta”, è quella che parla degli “uomini intelligenti” o “uomini di alto grado” e delle loro “ascensioni celesti”. Si tratta degli sciamani aborigeni, i cui rituali di iniziazione mostrano un sorprendente parallelismo con la descrizione dei moderni casi di Abduction; lo stesso dicasi per il rituale di “morte e resurrezione”, durante i quali, al risveglio dallo stato estatico, il candidato racconta di un meraviglioso mondo celeste, e tutti i soggetti, anche se appartenenti a tribù diverse e non in contatto tra loro, descrivono lo stesso scenario.
Riassumendo abbiamo: stato di estasi (rapimento da parte degli Dei celesti), rimozione rituale di parti del corpo (esperimenti sulle vittime dei moderni rapimenti), salite aeree e viaggi in strani mondi (descrizione delle astronavi da parte dei rapiti), trasformazione personale (esperienze mistiche dei rapiti).
Per quanto queste analogie possano apparire stravaganti e tutte da verificare e bene sapere che, in quelle regioni cresceva e tutt'ora cresce una pianta, sconosciuta ai primi coloni per la reticenza degli stessi aborigeni nel mostrare e far conoscere il loro strumento di contatto con il divino, collegata ai loro riti cerimoniali che ci fa pensare molto: la pianta in questione si chiama Dubiosa hopwoodii, appartenente a un genere di solenacee che solitamente producono alcaloidi tropanici allucinogeni del gruppo dell’atropina e scopolamina.
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La Duboisia Hopwoodii è un arbusto autoctono delle regioni aride dell'entroterra australiano. Altri arbusti dalle simili proprietà sono il pituri (meglio conosciuto come Pitchuri Thornapple o Pitcheri). E' un arbusto a basso fusto e solitamente cresce tra 1 e 3 metri di altezza e possiede lunghe foglie strette. I fiori solitamente bianchi, a seconda delle varianti possono assumere altre sfumature, che possono variare dal rosa al viola. Questi arbusti compaiono tra giugno e novembre, in annate favorevoli possono generare grandi quantità di bacche tondeggianti (commestibili ma se assunte in grandi quantità possono diventare allucinogene) dalla colorazione violacea, dal diametro che varia da 3 a 6 mm.
In questa pianta le sostanze psicoattive maggiormente presenti si trovano nelle radici, mentre le parti aeree e le bacche della pianta producono elevate quantità di nicotina e d-nor-nicotina (quest’ultima dagli effetti quattro volte più potenti della nicotina).
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Gli aborigeni fumavano la parte superiore della pianta e con l’estratto delle radici ottenevano una droga immessa volontariamente nelle pozze d’acqua per narcotizzare gli animali che dopo essersi abbeverati potevano catturarli con facilità. Abbiamo anche trovato notizie di un’altra pianta dalle particolarità psicoattive ed allucinogene, chiamata “Pituri” che veniva utilizzata dagli uomini del clan, veniva masticata durante le cerimonie sacre o per alleviare le fatiche dovute da un lungo viaggio.
Non trovando nessuna risposta definitiva, sembra logico pensare che queste popolazioni oltre ad avre una spiccata predisposizione per gli studi astronomici avessero anche ferrate conoscenze botaniche, in modo particolare riguardo le piante psicoattive.
E' accettabile ricollocare “I signori delle nuvole" nella categoria dei viaggi psichedelici generati dagli allucinogeni? Questi viaggi che tanto hanno influito le culture australiane, hanno senza dubbio rafforzato la loro idea di divino. Quell’ispirazioni che forse sono le madri delle pitture rupestri su cui ancora oggi ci interroghiamo.
Ipotesi extraterrestre? fantasia? anche se a primo impatto le maggiori somiglianze riscontrate sono quelle con gli antichi e moderni racconti riguardanti l’interazione con il nostro pianeta di esseri provenienti dallo spazio; per quanto questa ipotesi possa apparire subdola, ed essere etichettata come il solito argomento sensazionalistico portato avanti da ricercatori fantasiosi in campo ufologico, esistono alcuni fatti che, ad oggi, non trovano alcuna spiegazione plausibile se non quella appena citata.

venerdì 21 settembre 2012

TEORIA DELLA TERRA CAVA



Teoria della Terra cava

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Sotto l'espressione di teoria della Terra cava è raccolto un filone di diverse teorie formulate da pensatori in varie epoche storiche, secondo cui il pianeta Terra sarebbe cavo al proprio interno. Secondo alcune di queste teorie, sotto la superficie terrestre vi sarebbero altre superfici concentriche, che potrebbero a loro volta essere abitate o abitabili.
Questa teoria fu formulata in termini scientifici a partire dal XVII secolo, per essere resa popolare nei secoli successivi da romanzi fantastici che la sfruttavano come artificio narrativo. Pur essendo ampiamente confutata dalla scienza moderna (geologiageofisicaastrofisica) e quindi relegata alla pseudoscienza, ancora oggi la teoria della Terra cava trova un certo seguito presso alcuni sostenitori di teorie del complotto.

Mappa dell'interno del mondo, da The Goddess of Atvatabar (1892) di William Bradshaw, un romanzoutopistico


Storia delle teorie [modifica]

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Sin dai tempi antichi diverse teorie hanno sostenuto l'esistenza di regni e territori sotterranei, sia come teorie relative a ipotetici veri territori sia come metafore per condizioni dello spirito (si pensi all'opera di Platone e al mito della caverna).
Alcune di queste teorie col tempo sono andate a costituire le basi per luoghi concettuali, quali l'Ade della mitologia greca, lo Svartálfaheimr della mitologia norrena, lo Sheolebraico o l'inferno cristiano.

Teorie moderne [modifica]


Edmund Halley ritratto nel 1736 con in mano un diagramma dei gusci concentrici della sua teoria della Terra cava

La teoria di Edmund Halley
Edmund Halley nell'opera Philosophical Transactions of Royal Society of London(1692) propose l'idea che la Terra fosse formata da un guscio esterno spesso 800 km, con due altri gusci interni concentrici e un nocciolo interno. Questi gusci avrebbero avuto le dimensioni dei pianeti VenereMarte eMercurio, e sarebbero separati da atmosfera. Ogni guscio avrebbe i propri poli magnetici, e i vari gusci ruoterebbero a velocità differenti.
Halley propose questa teoria per cercare di spiegare alcuni risultati anomali ottenuti dallabussola, per poi spingersi a teorizzare che l'atmosfera interna fosse luminescente, che i continenti interni fossero abitati e che i gas sfuggiti dai passaggi ai poli fossero la causa dell'aurora boreale.

La teoria erroneamente attribuita adEulero
Lo scrittore di fantascienza L. Sprague de Camp ed il divulgatore Willy Ley hanno sostenuto nel documentario Lands Beyond del1952 che anche Eulero avrebbe proposto l'idea di una terra cava, ma senza strati multipli; in compenso, al centro della cavità vi sarebbe un sole di 1000 km di diametro, che illuminerebbe l'interno e sosterrebbe una civiltà avanzata. Il documentario tuttavia non riporta fonti attendibili e anzi, nella Lettera alla principessa tedesca[1] Eulero descrive unesperimento mentale che postula una Terra solida.
De Camp e Ley affermano inoltre che sir John Leslie avrebbe espanso l'idea di Eulero, immaginando non uno ma due soli (Plutone e Proserpina, secondo i nomi presi dal mito greco). Leslie in realtà propose la teoria della Terra cava nel 1829, nel trattato Elements of Natural Philosophy (pp. 449–453), ma non menziona soli interni.
Nel 1818 John Cleves Symmes, Jr. avanzò l'ipotesi che la Terra sia formata da un guscio cavo di 1300 km di spessore, con due cavità di 2300 km di diametro su entrambi i poli geografici. Oltre alla crosta esterna ci sarebbero quattro gusci interni, anch'essi con aperture ai poli. Symmes ottenne grande rilievo come uno dei primi e più famosi assertori della teoria della Terra cava e fu il primo a proporre una spedizione alla ricerca del foro che sarebbe collocato al Polo Nord, che venne sostenuta di fronte al Congresso degli Stati Uniti da parte del senatore Richard M. Johnson il 28 gennaio 1823. Portò avanti il progetto con l'aiuto del pioniere James McBride, ma il neoeletto presidente statunitenseAndrew Jackson lo bloccò e Symmes morì nel 1829 poco dopo tale rifiuto.
Anche Jeremiah N. Reynolds, seguace della teoria, propugnò l'organizzazione di una spedizione alla ricerca del passaggio. Reynolds arrivò ad organizzare una spedizione nell'Antartico, col sostegno del presidente Adams, ma la spedizione si concluse in un disastro. Reynolds non riuscì a partecipare alla Spedizione Wilkes del 1838-1842, nonostante quell'impresa fosse in parte dovuta alla sua opera di convincimento, dato che nelle sue battaglie aveva offeso troppe persone coinvolte nel viaggio.
Nonostante Symmes non abbia mai scritto un libro su queste sue teorie, esistono diversi testi sulla sua opera: tra questi vi è il saggio di McBride Symmes' Theory of Concentric Spheres (1826). Anche Reynolds nel 1827 pubblicò Remarks of Symmes' Theory Which Appeared in the American Quarterly Review. Nel 1868, il professor W.F. Lyons pubblicòThe Hollow Globe, sostenendo una teoria simile a quella di Symmes ma senza accreditarlo: il figlio di J.C. Symmer, Americus Symmes, pubblicò allora un testo per rivendicare le origini della teoria, The Symmes' Theory of Concentric Spheres.
Nel 1871 sir Edward Bulwer-Lytton, scrittore, politico ed esoterista, pubblicò un romanzo oggi considerato anticipatore del genere fantascientificoVril, The Power of the Coming Race (1871)[2], in cui sosteneva che all'interno della Terra si trovasse una razza di superuomini sopravvissuti a cataclismi mitologici.
John Uri Lloyd, farmacologo ed erborista, pubblicò nel 1895 il romanzo Etidorhpa, dove descrisse un viaggio fino al centro della Terra a partire dalle caverne del Kentucky, tentando di giustificare scientificamente la possibilità di tale viaggio (Jules Verne aveva già utilizzato l'idea trent'anni prima, nel 1864, per il suo celebre romanzo avventurosoViaggio al centro della Terra).

Teorie nel XX secolo [modifica]

La teoria arrivò fino all'inizio del XX secolo, quando William Reed, scrisse Phantom of the Poles (1906), sostenendo la teoria di una terra cava ma senza soli o secondi gusci. Reed portò a sostegno i racconti di alcuni famosi esploratori dell'epoca, tra cui Louis BernacchiFridtjof NansenKarl MauchAdolphus W. GreelyAllen Henry e altri.
Sulla base di queste osservazioni, Reed sostenne l'esistenza di un grande mare di acqua dolce che si estendeva oltre quello che avrebbe dovuto essere il Polo Nord. Da questi resoconti, Reed arrivò a sostenere che i Poli non fossero mai stati in realtà scoperti, semplicemente perché non esistono: al loro posto si troverebbe un enorme buco con il passaggio al Continente Interno. Le acque marine si sarebbero riversate all'interno correndo lungo la superficie.
In seguito Marshall Gardner scrisse A Journey to the Earth's Interior (1913, in edizione ampliata nel 1920). Gardner sosteneva l'esistenza di un sole all'interno della terra, e arrivò a costruire un modello brevettato della sua idea di Terra[3]. Gardner citò Symmes, ma non Reed.
Reed e Gardner ripresero alcuni dubbi espressi dagli esploratori polari, stupiti di trovare enormi iceberg di acqua dolce e non salata. La risposta data da entrambi gli studiosi fu formulata in questi termini: gli iceberg sono d'acqua dolce perché sono formati dalle acque dei fiumi del continente interno.
Quando Robert B.Cook rinvenne negli strati glaciali i resti di mammuth perfettamente conservati, Marshall Gardner affermò che non era possibile che un reperto fosse rimasto integro così a lungo, e che quelli trovati sarebbero stati i resti di creature morte di recente dopo essere sfuggite dal Continente interno.
Altri scrittori hanno sostenuto che nel territorio sotterraneo abitino creature di grande saggezza. L'Antartide, il Polo Nord, il Tibet, il Perù, e il Monte Shasta in CaliforniaStati Uniti, sono stati di volta in volta identificati come punti di ingresso a questi regni sotterranei, dove si troverebbero la città mitologica di Agarttha, o addirittura delle basi di alcune razze aliene.
Le idee di Reed e Gardner vennero riprese nel 1969 nel libro The Hollow Earth(nell'edizione italiana Il grande ignoto), a nome di un sedicente Dr Raymond W. Bernardche però ignorava totalmente il lavoro di Symmes. Bernard aggiunse anche alcune idee peculiari, sostenendo che gli UFO proverrebbero dal Continente Interno, e che lenebulose ad anello proverebbero l'esistenza di mondi cavi. Un articolo di Martin Gardnerrivelò che lo pseudonimo "Bernard" era usato da Walter Siegmeister, ma solo con il libro di Walter Kafton-Minkel Subterranean Worlds: 100,000 years of dragons, dwarfs, the dead, lost races & UFOs from inside the Earth nel 1989 emerse la storia di Bernard/Siegmeister. Le idee di Siegmeister furono riprese negli scritti di David Hatcher Childress[4].
Ispirandosi alle teorie della Terra cava sono state proposte megastrutture che ne riprendono alcune caratteristiche, come la Sfera di Dyson o il Globus Cassus.

Presunte osservazioni [modifica]


Copertina della rivista Amazing Storiesdel giugno 1947 con un capitolo dello "Shaver Mistery", qui definito "la più sensazionale storia vera mai raccontata".
Nel corso della seconda metà del XX secolo, quando la teoria godeva di discreta notorietà ma era già stata ampiamente smentita, vennero pubblicati numerosi testi che riportavano varie versioni di questa teoria, di volta in volta integrandole con nuove "rivelazioni".
Il valore scientifico di queste pubblicazioni è nullo, e si tratta principalmente di opere a carattere pseudoscientifico o fantastico, nate sull'onda dell'ascesa alla moda della letteratura del mistero e della fantascienza. Queste storie avventurose possono essere viste come una variante del tema del "mondo perduto", che fu popolare nella letteratura vittoriana a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Willis George Emerson, nell'opera Il Dio fumoso (The Smoky God - A voyage to the inner World1908)[5], ha riportato una storia che gli sarebbe stata riferita da un pescatore norvegese di nome Olaf Jansen, il quale avrebbe raggiunto con suo padre e la sua barca il continente interno, dove rimasero per due anni visitando le città del regno che vi si trovava (identificato in opere successive con Agarthi) e da cui uscirono dalla parte opposta, al Polo Sud. Il padre sarebbe rimasto ucciso durante il ritorno, il figlio ricoverato come pazzo. Il resoconto sarebbe stato dato dal figlio, che dopo la dimissione dal sanatorio si sarebbe stabilito in California, e che novantenne avrebbe deciso di rendere pubblica la vicenda. Il racconto di Emerson è considerato una delle prime fonti della credenza sulle civiltà sotterranee.
Dal 1945 al 1949 la rivista pulp di fantascienza Amazing Stories sostenne l'idea di una Terra cava: il curatore editoriale Ray Palmer pubblicò una serie di storie di Richard Sharpe Shaver in cui veniva presentata come realistica la storia di una razza superiore preistorica che sarebbe sopravvissuta nelle cavità della Terra. I discendenti di questa razza, noti come Dero vivrebbero nelle caverne usando macchine fantastiche abbandonate da razze antiche per tormentare coloro che vivono in superficie. In seguito alle affermazioni di Shaver, supportate solo da ipotetiche "voci", migliaia di persone scrissero al giornale affermando di sentire "voci infernali" provenienti da sottoterra. L'argomento venne ripreso anche in seguito e quella di Shaver non fu l'unica pretesa "storia vera" sulla Terra cava pubblicata dalla rivista (tra il 1947 e il 1948 fu pubblicata anche la storia su un manoscritto che descrive "Rainbow City", una favolosa città collocata sotto le distese ghiacciate dell'Antartide, da cui proverrebbero i dischi volanti).[6][7]
Nel 1959 Francis Amadeo Giannini pubblicò Worlds beyond the Poles: Physical Continuity of the Universe,[8] in cui sosteneva che nel 1928 le spedizioni polari statunitensi avessero trovato delle terre sconosciute al di là dei poli, e che nel 1956un'unità della Marina avesse raggiunto il continente interno. Non vi sono prove a sostegno di queste affermazioni, che senza dubbio sarebbero state riportate nei dettagliati resoconti delle spedizioni americane.

Teorie della Terra concava [modifica]


Una rappresentazione della teoria della terra concava
Alcuni autori invece di sostenere la teoria di un globo cavo sul cui esterno giace il mondo come lo conosciamo (teoria della Terra convessa), hanno sostenuto una teoria opposta secondo cui l'umanità vivrebbe nel lato interno, dando vita alla teoria della Terra concava.
La superficie della Terra, secondo questa teoria, somiglierebbe all'interno di una Sfera di Dyson. Anche questa teoria, come la precedente, è stata smentita dai fatti, ed in particolare dalle esplorazioni spaziali del XX secolo.
Cyrus Teed, un eccentrico studioso di New York, propose la teoria della Terra concava nel 1869, definendo questa teoria come "Cosmogonia Cellulare". Teed fondò una setta, denominata Koreshan Unity basata su questa idea, che definì Koreshanesimo. Una colonia di Koreshani venne fondata a Estero, in Florida, ed è oggi preservata come sito storico nonostante non vi siano più seguaci viventi. I Koreshani sostenevano di aver verificato sperimentalmente la concavità della curvatura terrestre usando uno strumento detto "rettilineatore" sulle coste della Florida.
Diversi autori tedeschi del XX secolo (tra cui Peter BenderJohannes LangKarl NeupertFritz Braun), hanno pubblicato opere in sostegno della teoria della terra concava (Hohlweltlehre).
La teoria è oggi sostenuta da pochi. Lo studioso egiziano Mostafa A. Abdelkader ha pubblicato diverse ricerche in cui ha stilato una mappa dettagliata della Terra concava.[9]
In un capitolo del suo libro On the Wild Side (1992), Martin Gardner ha esaminato il modello di Abdelkader: secondo Gardner, questa teoria presupporrebbe che i raggi luminosi viaggino in percorsi circolari, rallentando con l'avvicinarsi del centro della sfera dove si trova il Sole. L'energia non potrebbe raggiungere il centro della cavità, che corrisponde ad un punto a distanza infinita dalla Terra. Gardner sottolinea che "molti matematici credono che un modello di universo capovolto, con leggi fisiche adeguatamente corrette, è empiricamente inconfutabile". Tuttavia, Gardner stesso respinge la teoria sulla base del Rasoio di Occam.
Da un punto di vista logico, è possibile applicare una trasformazione matematica al nostro sistema di coordinate in modo che l'esterno della terra diventi l'interno e viceversa: queste trasformazioni verrebbero poi compensate da adeguate modifiche alle leggi fisiche oggi note, ma si tratterebbe comunque di puri sofismi e speculazioni logiche.

Questioni scientifiche [modifica]

La Terra cava e la gravità [modifica]

Un essere all'interno di una Terra cava non riceverebbe una spinta gravitazionale verso la superficie: la teoria della gravitazione prevede che una persona all'interno della sfera sarebbe praticamente senza peso. Questo fatto fu dimostrato per la prima volta daNewton, il cui Teorema del guscio sferico prevede che la forza gravitazionale sia pari a zero ovunque all'interno di un guscio solido sfericamente simmetrico, indipendentemente dallo spessore del guscio.
Una debole forza gravitazionale deriverebbe dalla non perfetta sfericità della Terra, e dallaforza di marea, dovuta alla Luna. Anche la forza centrifuga contribuirebbe alla formazione di una gravità, che tuttavia alla fine all'equatore sarebbe pari a solo un trecentesimo della gravità normale.
La teoria risulta fallace anche per il fatto che una terra prevalentemente cava avrebbe una massa molto inferiore a quella sperimentalmente osservata. Inoltre una Terra cava collasserebbe sotto il suo stesso peso, sbriciolandosi e creando una seconda Terra, più piccola della prima, e piena.

La Terra cava e la geologia [modifica]

La teoria della Terra cava non è compatibile con il modello della Tettonica delle placche in quanto i fori di entrata alla cavità, posizionati ai poli, si sarebbero dovuti spostare nel corso delle ere dalla Pangea alla posizione attuale.

Evidenze visive [modifica]

Le aperture in prossimità dei Poli previste dalla teoria dovrebbero essere presenti nelle immagini rilevate dai satelliti, ma ciò non avviene.

Il modello di Eulero [modifica]

Gli studiosi L. Sprague de Camp e Willy Ley hanno sostenuto che anche Eulero avrebbe proposto l'idea di una terra cava con un piccolo Sole al centro di circa 500 Km di raggio (sembrerebbero però smentiti dallo stesso Eulero, vedi sopra). Questa Stella, date le dimensioni ridotte, dovrebbe essere una Nana bianca ed avrebbe una massa simile a quella del nostro Sole, sufficiente a far implodere la Terra.

La Terra cava nelle opere di fantasia [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Mondo perduto (genere).

Narrativa [modifica]


Rettili preistorici che popolano un mare interno della cavità terrestre immaginati daJules Verne nel romanzo Viaggio al centro della Terra (1864)

Mappa della terra di Pellucidar, dalla prima edizione di Pellucidar (1915) di Edgar Rice Burroughs
  • Nel romanzo del 1741 Il viaggio sotterraneo di Niels Klim (Nicolai Klimii iter subterraneum) di Ludvig Holberg, Nicolai Klim cade in una caverna mentre l'esplorava e trascorre molti anni a vivere sia in un globo più piccolo all'interno che all'interno del guscio esterno.
  • Icosaméron (1788) di Giacomo Casanovaè una storia di 5 volumi, 1 800 pagine, di fratello e sorella che cadono all'interno della Terra scoprendo l'utopia sotterranea dei Mégamicri, una razza di nani multicolori ed ermafroditi.
  • Un romanzo precursore della fantascienza dal nome Symzonia: A Voyage of Discovery di un certo "Capitano Adam Seaborn" apparve alle stampe nel 1823. Esso riflette ovviamente le idee di John Cleves Symmes, Jr. e alcuni ritennero Symmes il vero autore, che è accreditato in tal modo in una recente ristampa. Altri non sono d'accordo. Alcuni ricercatori dicono che il romanzo fa una voluta satira delle idee di Symmes, e pensano di avere identificato l'autore come uno scrittore americano, Nathanial Ames, che scrisse altre opere, tra le quali una che avrebbe potuto fornire ispirazione per Moby Dick.[10]
  • Edgar Allan Poe usò l'idea per il suo romanzo Storia di Arthur Gordon Pym (The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket1838). Ne fece riferimento anche inManoscritto trovato in una bottiglia (Ms. found in a bottle, 1833) e L'incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall (The unparalleled adventure of one Hans Pfaall).
  • Jules Verne, che nelle proprie opere non si allontanava spesso dai limiti della plausibilità scientifica, utilizzò l'idea di una Terra cava nel suo romanzo del 1864Viaggio al centro della Terra.
  • Il romanzo di James De Mille A Strange Manuscript Found in a Copper Cylinder(1888) è una satira vittoriana di una società invertita all'interno della Terra cava.
  • Il racconto fantastico Il dio fumoso (The Smoky God, 1908) di Willis George Emersonnarra le avventure di un certo Olaf Jansen che viaggio all'interno, trovò una civiltà avanzata e se ne andò. Alcuni hanno ritenuto il romanzo un resoconto veritiero.
  • Edgar Rice Burroughs scrisse storie avventurose del mondo interno di Pellucidar (tra cui, ad un certo punto, la visita del suo personaggio Tarzan). Benché la superficie interna della Terra avesse una superficie ben più piccola dell'esterno, Pellucidar ha oceani in corrispondenza dei continenti sulla superficie esterna, e viceversa; in tal modo il mondo interno ha una superficie occupata da terre emerse più grande di quello esterno. È abitato da esseri umani primitivi e creature estinte sulla superficie esterna, tra cui i Mahar, creature simili a pterodattili con poteri psichici. Pellucidar presenta un sole interno che non tramonta mai, per cui gli abitanti non hanno mai sviluppato la nozione del tempo.

Altri riferimenti culturali [modifica]

Nel 1965 Guido Crepax crea il personaggio di Valentina, la cui storia si intreccia perennemente con quella di Philip Rembrandt, detto Neutron, discendente meticcio dell'antico popolo dei Sotterranei o ciechi cavalieri degli abissi, ancora attivo a 20 chilometri all'interno del globo, luogo dove si svolgeranno alcune ambientazioni del fumetto, per prima ne I sotterranei, in Valentina del 1968. In realtà negli intenti di Crepax, il mezzosangue sotterraneo Philip Rembrandt sarebbe dovuto essere il protagonista della serie, inizialmente pubblicata sul periodico Linus dal maggio 1965, ma il grande successo del personaggio femminile cambiò i piani dei lavori che seguirono fin dalla terza puntata.

La Luna cava [modifica]

Esiste anche una teoria riguardante la Luna, che sarebbe cava e all'interno ospiterebbe vita intelligente.
L'uso più noto di questa teoria è il romanzo di H. G. Wells I primi uomini sulla Luna (The First Men in the Moon1901). L'idea venne ripresa da Edgar Rice Burroughs nei romanzi brevi La fanciulla lunare (The Moon Maid1923) e Gli uomini della Luna (The Moon Men,1925)[11] (ed. it. Il popolo della Luna).
Quell'orribile forza (That Hideous Strength, 1946) di C.S. Lewis è ambientato sulla Terra, ma prevede l'esistenza di una luna cava abitata dai Sulva, in cui si svolge una titanica lotta tra il Bene e il Male.
Questo sottogenere è svanito dopo la conquista lunare del 1969.

Note [modifica]

  1. ^ [1] p. 178
  2. ^ Testo originale inglese del libro Vril, The Power of the Coming Race di sir Edward Bulwer-Lytton
  3. ^ US Patent #1096102
  4. ^ The secret at the hearth of the world
  5. ^ testo originale inglese - traduzione italiana
  6. ^ http://books.google.it/books?id=LiwjVsNBw-cC&pg=PA117&dq=%22rainbow+city
  7. ^ AA VV. A Description of Rainbow City - From The Hefferlin Manuscript. URL consultato in data 9 dicembre 2011. (versione dattiloscritto)
  8. ^ Worlds beyond the Poles: Physical Continuity of the Universe consultabile Google libri
  9. ^ M. Abdelkader, "A Geocosmos: Mapping Outer Space Into a Hollow Earth," 6Speculations in Science & Technology 81-89 (1983). Abstracts of two of Abdelkader's papers also appeared in Notices of the American Mathematical Society, (Oct. 1981 and Feb. 1982)
  10. ^ cfr. Lang, Hans-Joachim e Benjamin Lease. "The Authorship of Symzonia: The Case for Nathanial Ames" New England Quarterly, June 1975, pag. 241-252.
  11. ^ vedere Wouk - Lomokome Papers a epinions.com

Bibliografia [modifica]

Testi citati
  • Seaborn, Captain Adam. Symzonia; Voyage of Discovery. J. Seymour, 1820.
  • Willis George Emerson. Il Dio fumoso o il Viaggio nella Terra Cava (The Smokey God or A Voyage to the Inner World, Forbes & Company, Chicago, 1908) (testo in lingua originale - testo in italiano)
Fonti critiche
  • AA.VV. Hollow Earth in The Encyclopedia of Science Fiction (SFE), III edizione online, a cura di John Clute et al., 1995-2012. Consultato il 9 dic. 2011
  • Raymond W. Bernard, Il grande ignoto, Sugar, Milano, 1972
  • Kafton-Minkel, Walter. Subterranean Worlds. Loompanics Unlimited, 1989.
  • Standish, David. Hollow Earth. Da Capo Press, 2006.
Approfondimenti